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Nel mondo c'è tanta gente che "dice" di saper fare cose straordinarie, ma sono in pochi quelli che le sanno fare realmente...

Scoperti i batteri "mangia-plastica"

apr 272016

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Scoperti i batteri che si nutrono di plastica: si chiamano ideonella sakaiensis 201-F6 e, grazie a due enzimi, sono in grado di scomporre il Pet (polietilene tereftalato), polimero utilizzato per rendere la plastica resistente e impiegato soprattutto nelle bottiglie. Il risultato, opera dei ricercatori coordinati da Shosuke Yoshida, del Kyoto Institute of Technology e descritto sulla rivista Science, può avere delle ottime ricadute per l'ambiente. Solo nel 2013 infatti si calcola che siano state prodotte 56 milioni di tonnellate di pet nel mondo, e il suo accumulo sta diventando un problema mondiale.

Finora però, solo poche specie di funghi, e non di batteri, sono stati identificati come capaci di degradare il Pet. In questo caso invece i ricercatori hanno raccolto 250 campioni di detriti di pet, presenti nel suolo, sedimenti e acque di scarico, cercando dei possibili batteri. Ne hanno così identificato uno nuovo, l'Ideonella sakaiensis 201-F6, che adopera il Pet come fonte principale di energia e carbonio, ed è in grado di "mangiare" completamente una pellicola sottile di pet dopo 6 settimane, ad una temperatura di 30°.

Se fatti crescere sul pet, i ceppi del batterio producono i due enzimi che lo scompongono in due monomeri più semplici e amici dell'ambiente, con una reazione immediata. L'enzima ISF6_4831 lavora infatti con l'acqua per disintegrare il Pet in sostanze “intermedie”, che vengono poi ulteriormente scomposte dall'altro enzima, ISF6_0224. A differenza degli enzimi di altri batteri, la funzione di questi due sembra essere unica. Il che, commentano i ricercatori, fa sorgere la domanda di come siano comparsi in natura e si siano sviluppati dei batteri mangia-plastica.

Forse oggi abbiamo trovato un modo per smaltire la plastica contenuta nell'indifferenziata senza dargli fuoco... Chissà se a qualcuno verrà in mente di far crescere una coltura di questi batteri nei milioni di tonnellate di eco-balle che abbiamo accantonato per cinquant'anni, questa sì che sarebbe una grande notizia!

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