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Nel mondo c'è tanta gente che "dice" di saper fare cose straordinarie, ma sono in pochi quelli che le sanno fare realmente...

27 anni fa a Palermo

Jul 192019

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Ventisette anni fa, meno di due mesi dopo l'attentato al Giudice Falcone, il 19 luglio del 1992 più o meno verso le 5,00 di pomeriggio anche il Giudice Paolo Borsellino saltò in aria con i suoi Agenti di scorta a Palermo in Via D'Amelio, sotto alla palazzina dove abitava sua sorella e la sua mamma. In quell'occasione Cosa Nostra usò una Fiat 126 rubata e parcheggiata sotto l'abitazione della mamma del Giudice e riempita con una novantina di chili di esplosivo, il "SEMTEX H" (H sta per indicare le dosi, e cioè più o meno un fifty-fifty della miscela di pentrite e T4). L'innesco era collegato al pulsante del citofono posto all'ingresso della palazzina.

Dopo la morte di Falcone pare che ci fu una trattativa fra lo Stato italiano e la mafia, onde evitare una pericolosa escalation di stragi e di violenza, e proprio in occasione di quella trattativa sembra che fu decisa la sorte del Giudice Borsellino: il suo scalpo in cambio di un passo indietro di Cosa Nostra. Ma proprio qualche giorno prima dell'attentato di Capaci, l'8 maggio 1992, durante un audizione in Commissione antimafia, il Giudice Borsellino lamentava dei ritardi nell'installazione di un computer per facilitare la consultazione dei fascicoli e denunciava l'indisponibilità di avere una scorta anche durante i suoi movimenti del pomeriggio, ecco un audio estratto di quell'incontro riportato da "Il Giornale".

E fu anche per questo motivo che allora, assieme al Giudice Borsellino, morirono anche cinque Agenti di scorta fra cui anche una donna, Emanuela Loi, la prima donna chiamata a far parte di una scorta armata nelle Forze di Polizia e purtroppo anche la prima a cadere in servizio.

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